Ieri il Parlamento europeo ha approvato l’emendamento sul taglio delle emissioni di gas serra del 60% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Il testo firmato dal presidente della Commissione ambiente dell’Europarlamento Pascal Canfin, è stato approvato con 352 voti a favore, 326 contro e 18 astenuti. Votazione che ha visto il voto contrario di tutto il centro destra (Lega,Fratelli d’Italia e Forza Italia). Rappresenta una svolta importante considerando che l’Ue aveva proposto l’aumento del 15% dal suo precedente obiettivo, pensando di potersi affidare ai pozzi di assorbimento del carbonio (Carbon sink) e delle foreste.
L’idea di questo emendamento è quello di ridurre le emissioni di gas serra e cercare di scongiurare l’aumento delle temperature globali che provocherebbe seri danni come già annunciato dagli esperti. Anche Greenpeace è molto ambiziosa e vorrebbe un taglio delle emissioni del 65% entro il 2030. “Ora tocca ai governi” ha affermato l’organizzazione ambientalista. Sebastian Mang, policy advisor di Greenpeace Ee dichiara che “il problema è che la maggior parte dei governi nazionali e la Commissione europea giocano al ribasso. Un taglio del 60% delle emissioni entro il 2030 è un passo avanti, ma comunque ancora non sufficiente per evitare le conseguenze peggiori della crisi climatica”.