Il Parlamento europeo ha approvato la nuova politica agricola comune (Pac) che regolamenterà i sussidi al settore per i prossimi 7 anni. Si tratta della più importante legge europea sotto il profilo finanziario, visto che mobilita oltre un terzo del bilancio comunitario (390 miliardi di euro per il periodo 2021-2027). La legge – approvata con i voti dei tre gruppi politici maggiori, Partito popolare europeo, Socialisti e Democratici, Renew Europe – introduce nei regolamenti comunitari norme per incentivare pratiche agronomiche verdi, una riserva di bilancio per far fronte alle crisi e sanzioni più severe in caso di infrazioni ripetute delle norme sull’ambiente, sul benessere degli animali o sulla qualità degli alimenti. Per questo è stata celebrata come un grande risultato dai suoi firmatari.
Opposto è però l’avviso della gran parte dei movimenti ambientalisti e del partito dei Verdi (che ha votato contro) che giudicano la legge inadeguata per far fronte agli impegni che l’Europa si è assunta nel Green New Deal. Solo il 20% dei sussidi disponibili saranno destinati a incentivare le pratiche verdi, con uno sforzo considerato da scienziati e ambientalisti insufficiente per proteggerci dal cambiamento climatico. La riforma prevede inoltre, che quasi metà dei fondi siano usati come supporto al reddito degli agricoltori ma senza condizioni vincolanti in tema ambientale né di modello produttivo, rischiando così di andare a privilegiare le grandi industrie agricole intensive a discapito dei piccoli agricoltori. Legambiente si è detta “profondamente delusa” dalla legge che “continuerà a finanziare un modello agricolo che porta alla perdita di biodiversità e contribuisce alla crisi climatica”