Su molte testate giornalistiche si sta annunciando che il governo italiano avrebbe dichirato fuorilegge la cannabis light, ovvero la cannabis a basso contenuto di THC che non provoca effetti psicoattivi. Non è così. C’è stato un decreto del ministrero della Salute che ha sancito che l’olio al CBD (un altro principio attivo della cannabis, che ha proprietà mediche riconosciute) è stato inserito nella tabella delle sostanze stupefacenti. La messa al bando rigurda quindi solo un preciso tipo di estratto e non la cannabis light nel suo insieme, che continua ad essere prodotta e commercializzata legalmente in tutta Italia.
Le conseguenze del decreto, oltretutto non sono del tutto chiare anche sullo stesso olio al CBD, in quanto ci sono pareri discordanti sul valore dell’atto che, come spesso accade in Italia, è andato a sovrapporsi ad altre norme di legge che dicono cose opposte: motivo per il quale il consorzio Assocanapa – che riunisce molti produttori di canapa italiani – ha presentato ricorso al Tar.