Nonostante la lettera di costituzione in mora dell’Ue per la gestione dei rifiuti radioattivi, l’Italia non sa ancora come gestire 78.000 metri cubi di rifiuti nucleari. La Commissione europea ha concesso al Paese due mesi di tempo per rimediare, terminati i quali subirà delle sanzioni. Va precisato che avrebbe dovuto recepire le direttive entro agosto 2013 e notificare i piani nazionali entro il 2015 (direttiva 2011/70 Euratom).
Il 99% del combustibile esaurito, utilizzato nelle 4 centrali nucleari nazionali dismesse, non si trova più in Italia: nel corso degli anni è stato inviato all’estero e sottoposto a riprocessamento. Tuttavia, entro il 2025 ne è previsto il rientro e per allora dovrà essere completato il Deposito unico nazionale per la custodia. La Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il Deposito (Cnapi), ne ha individuate 100, ma di fatto nulla è mai stato concretizzato.