Dopo sei giorni di proteste il presidente ad interim del Perù, Manuel Merino, si è dimesso. La decisione segue i fatti di violenza che hanno causato la morte la notte scorsa di due studenti universitari di 22 e 25 anni in disordini a Lima. Dopo la morte dei giovani si sono dimessi 13 dei 18 ministri. Merino era entrato in carica appena sei giorni fa, dopo la destituzione del presidente Martín Vizcarra da parte del parlamento per l’accusa di corruzione, che ha scatenato le proteste della popolazione. Le dimissioni sono avvenute dietro esplicita richiesta del Parlamento.
I manifestanti ottengono così una vittoria, ma non è chiaro se ora la situazione sociale in Perù tornerà alla normalità. Da tempo il paese è attraversato da gravi tensioni politiche e continui casi di corruzione (prima di Vizcarra altri tre presidenti sono stati accusati dello stesso reato). Alcuni movimenti scesi in piazza hanno intenzione di continuare le proteste per chiedere una nuova Costituzione e una riforma del sistema. Inoltre la violenza da parte della polizia ha esasperato gli animi, in sei giorni di proteste si sono registrati almeno 60 feriti (altre stime parlano di oltre 100) ed oltre ai due morti accertati ci sarebbero addirittura 43 dispersi, secondo una denuncia del Coordinamento nazionale dei diritti umani.