Apple dovrà pagare una sanzione di 113 milioni di dollari per concludere la causa – intrapresa da 34 Stati americani – che accusava la società di ridurre volontariamente le prestazioni dei vecchi iPhone.
Il caso, noto come Batterygate, ha avuto inizio nel 2017 e riguarda l’obsolescenza programmata. L’aggiornamento al nuovo sistema operativo, iOS 10.2.1, rallentava gli smartphone meno recenti. Apple ammise la pratica di impostare una minore prestazione energetica, sostenendo che fosse un modo per preservare lo stato delle batterie vecchie o usurate. Tuttavia, molti consumatori avevano ritenuto la pratica un tentativo dell’azienda di incentivare l’acquisto di nuovi iPhone ed hanno avviato una class action. La società di Cupertino ha preferito accordarsi, accettando di pagare la sanzione.