Questa notte la periferia Sud di Damasco è stata bersaglio di un raid aereo condotto da Israele. È il secondo attacco della settimana e ha arrecato solo danni materiali. Lo ha dichiarato con un comunicato l’esercito siriano, precisando che gli aerei israeliani sono partiti dalle alture del Golan, territorio della Siria, conteso da Israele.
Lo scorso 18 novembre Israele ha lanciato dei raid aerei che hanno colpito, uccidendo almeno 3 soldati tra siriani e forze iraniane al-Quds. Secondo diversi osservatori Israele sta intensificando le azioni, sia in Siria che in Palestina, prima dell’insediamento della nuova presidenza Biden negli Usa. Addirittura, in seguito al primo attacco israeliano, Mike Pompeo, Segretario di Stato americano, ha effettuato una visita nella zona siriana occupata da Israele (evento senza precedenti tra i membri di gabinetto Usa). Durante il soggiorno, accompagnato dall’omologo israeliano Gabi Ashkenazi sulle alture del Golan, ha identificato la terra come parte integrante di Israele. Lo scorso anno, infatti, l’amministrazione Trump ha riconosciuto la sovranità israeliana sull’area conquistata nella Guerra dei Sei Giorni nel 1967. La visita è stata condannata dall’Autorità Nazionale Palestinese e dalla Lega Araba come “contraria al diritto internazionale”.
La Siria sta vivendo un grave conflitto interno dal marzo 2011, quando alcune rivolte hanno destabilizzato il governo di Bashar Al Assad. In seguito ci fu l’inserimento nel conflitto di gruppi armati di opposizione e organizzazioni terroristiche. La soluzione al conflitto è ricercata su due fronti, quello di Ginevra, sotto l’egida dell’Onu, e quello di Astana, co-sponsorizzata da Russia, Turchia e Iran.