Il primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed ha dichiarato di aver ordinato al suo esercito di attaccare Macallè, la capitale della regione del Tigrè. La decisione è stata comunicata dopo la scadenza dell’ultimatum di 72 ore che Abiy aveva concesso al Fronte di Liberazione del Tigrè (TPLF) per arrendersi. Il Tplf è la fazione che controlla la regione e che si oppone con la forza al governo centrale da settimane. Stando alle dichiarazioni del Primo Ministro, pare che i combattimenti stiano per volgere al termine. Infatti, dopo l’ultimatum, migliaia di militari e forze speciali si sono arrese.
Il Tigrè è un’area dell’Etiopia che ospita circa 6 milioni di abitanti. La conflittualità con il governo nasce tra il 2018 e il 2019, anno dell’elezione di Abiy Ahmed. In quegli anni al primo ministro riceve anche il Nobel per avere fatto la pace con la vicina Eritrea. Gli riconoscono, inoltre, il merito di avere avviato un processo storico di riforme e democratizzazione. Seppur accusato successivamente di cadere di nuovo nel totalitarismo, il motivo principale dello scontro è un altro: Abiy è accusato dal Tigrè e in particolare dal Fronte di Liberazione, di averli esclusi dal governo federale. Proprio loro che per decenni sono stati la forza dominante in Etiopia.