Oxford-AstraZeneca, ieri, ha ammesso l’errore avvenuto nella fase di produzione del vaccino, aggiungendo che la sperimentazione è comunque andata avanti. Con l’intera dose, infatti, alla prima iniezione l’efficacia è risultata del 62%, mentre con mezza del 90%. Così gli scienziati hanno ripreso le fiale somministrate e hanno notato che la concentrazione del principio attivo era dimezzata rispetto a quanto dichiarato sull’etichetta. Sarah Gilbert, la scienziata di Oxford che dirige l’équipe, ha spiegato che il sistema immunitario “viene attivato dalla dose giusta” e non necessariamente dalla dose più alta.
La mezza dose, però, è stata somministrata solo a un piccolo gruppo di volontari (2.700 sui 23.000 totali), e tutti al di sotto dei 55 anni di età. E’ possibile dunque, spiega Oxford, che l’efficacia più alta sia dovuta al fatto che il sistema immunitario nei giovani risponde meglio ai vaccini. Oppure che i soggetti coinvolti siano più suscettibili alle fluttuazioni statistiche. Le sperimentazioni stanno proseguendo per valutare meglio questi dettagli ed i risultati dovrebbero essere pubblicati a giorni. Solo tra un mese circa le autorità dovranno valutare ed eventualmente approvare il vaccino.