Amazon monitorerebbe in maniera ossessiva i lavoratori politicamente più attivi perché ritenuti una minaccia all’integrità dell’azienda. La nuova accusa al colosso americano proviene dal magazine online Motherboard, che afferma di aver raccolto centinaia di rapporti, non ancora diffusi, a dimostrazione di un’autentica operazione di spionaggio da parte del Global Security Operations Centre, divisione di Amazon incaricata di proteggere dipendenti e fornitori, verso i lavoratori impegnati in cause sindacali o ambientali. Email interne rivelano come gli analisti dell’intelligence siano costantemente aggiornati sulle attività dei sindacati, usando i social network per registrare dati sull’ora, luogo e tasso di affluenza alle agitazioni. Secondo Motherboard, l’azienda non si limiterebbe a spiare la vita privata dei dipendenti ma agirebbe in maniera attiva nel reprimerne il dissenso, anche per diffamazione, in quanto il loro coinvolgimento politico graverebbe sull’efficacia dell’azienda ostacolando le operazioni di consegna e smistamento degli ordini ricevuti.
Accuse respinte da Amazon, che nega di utilizzare partner commerciali per raccogliere informazioni sul personale e dichiara come legittime le proprie strategie di contrasto all’azione sindacale. La questione era già stata al centro di una protesta sorta con la pubblicazione – pochi mesi fa – di due offerte di lavoro per analisti dell’intelligence in cui, tra le mansioni da svolgere, si prevedeva il monitoraggio di “minacce sindacali”. Alla luce dei nuovi rapporti, Stefan Clauwaert, consulente legale presso la Confederazione europea dei sindacati, dichiara che le attività di intelligence di Amazon potrebbero violare gli standard del lavoro del Comitato europeo. Diventa così ancora più attuale la richiesta di una maggiore trasparenza nelle politiche sindacali da parte dell’azienda.