La Corte di Strasburgo per i Diritti Umani ha accolto il ricorso di cinque giovani attivisti climatici contro 33 paesi europei. I cittadini, tutti portoghesi tra gli 8 e 21 anni, hanno accusato l’Italia e altri 32 Stati Membri di non aver rispettato gli impegni previsti dalla Cop21 e di aver violato i loro diritti, avendo dimostrato basse ambizioni nel ridurre le emissioni di CO2. Con la decisione di trattare il caso in via prioritaria, la Corte ha obbligato i paesi querelati a rispondere alle accuse entro il 23 febbraio. Se le motivazioni non convinceranno i giudici, gli Stati saranno costretti ad accelerare le loro azioni climatiche.
La Corte Europea per i Diritti Umani nasce per assicurare il rispetto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Le sentenze emesse da questa hanno un certo peso globale, pertanto, la portata del caso avanzato dai giovani attivisti potrebbe influire fortemente sulle scelte climatiche dei paesi accusati e segnare una svolta a favore della società civile.