Secondo assassinio in un meno di una settimana in Iran: il giorno del funerale dello scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh, ucciso venerdì scorso in un agguato, il network emiratino Al-Arabiya ha dato la notizia di un’altra morte di peso. Secondo alcune fonti, un comandante dei Guardiani della Rivoluzione dell’Iran di cui è ancora da definire l’identità – il nome di battaglia era Muslim Shahdan – è stato preso di mira e successivamente ucciso da un drone mentre viaggiava con altre persone vicino al confine siriano-iracheno.
L’assassinio del pasdaran è stato definito un attacco “hi-tech senza precedenti”. Tutta l’operazione è durata tre minuti: a bordo strada ci sarebbe stata solo una Nissan armata con una mitragliatrice automatica di grosso calibro e comandata dal satellite. Secondo le autorità iraniane, questi agguati portano l’impronta di Israele. Il New York Times ha riportato le dichiarazioni di un funzionario senior del governo israeliano che oltre alla rivendicazione della paternità di Israele sull’operazione, sosteneva che il mondo dovrebbe ringraziare il governo di Benjamin Netanyahu per aver tolto di mezzo lo scienziato che guidava il programma nucleare di Teheran. Secondo il Washington Post, l’uccisione di Fakhrizadeh è avvenuta poco dopo una serie di incontri che hanno coinvolto alti funzionari americani, israeliani e sauditi.
Il presidente iraniano, Hassan Rohani ha assicurato che l’Iran risponderà all’omicidio “al momento giusto e in modo appropriato”, anche se non sembra certo che l’Iran per ora voglia rispondere alla provocazione israeliana. Anzi, il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha dichiarato che intende lavorare con il prossimo presidente americano, Joe Biden, allo scopo di “ridurre le tensioni”.