Con l’iniziativa Ocean panel, 14 paesi si sono uniti per una pesca più sostenibile. Ripristinare le popolazioni ittiche in calo, stop all’overfishing e all’inquinamento marino da plastica entro 10 anni, questi i termini dell’accordo a cui hanno aderito i governi responsabili del 40% delle coste mondiali. In assenza di un trattato delle Nazioni Unite a pieno titolo, l’alleanza in questione rappresenta la più grande iniziativa mondiale per la sostenibilità degli oceani. I paesi firmatari sono Australia, Canada, Cile, Fiji, Ghana, Indonesia, Giamaica, Giappone, Kenya, Messico, Namibia, Norvegia, Palau e Portogallo.
Il WWF è stato tra i primi a puntare i riflettori sullo sfruttamento eccessivo dei mari. Secondo l’associazione ambientalista, il 33% degli stock ittici viene sovrapescato mentre il 60% è sfruttato al massimo delle capacità. Dello stesso parere la Fao che, con un recente rapporto, ha invece sottolineato come un terzo dei mari del pianeta versi in uno stato di forte sofferenza. Impegni concreti come quello appena sottoscritto sono quindi indispensabili per un cambio di rotta, anche perché – come hanno sottolineato gli esperti – se gli oceani fossero gestiti in modo sostenibile, potrebbero fornire sei volte più cibo rispetto ad oggi.