Patrick Zaki dovrà restare in carcere altri 45 giorni. È questa la sentenza pronunciata oggi dal giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo del Cairo, in Egitto. La decisione è stata resa nota su Twitter dall’EIPR, l’organizzazione non governativa per cui lo studente lavora come ricercatore. L’udienza si era tenuta ieri, domenica 6 dicembre. L’EIPR riporta che il caso di Zaki è stato esaminato durante una sessione che includeva circa 700 detenuti: sono stati rinnovati gli ordini di detenzione per tutti tranne uno. Gli avvocati di Zaki avevano chiesto la scarcerazione del ragazzo, adducendo come motivazione anche le torture che avrebbe subito durante gli interrogatori da parte dei servizi segreti egiziani. Lo stesso Zaki è apparso in aula, dichiarandosi innocente e chiedendo al giudice di verificare l’autenticità dei post su Facebook, sulla base dei quali è accusato di propaganda sovversiva. All’udienza hanno preso parte anche i delegati diplomatici di Italia, Germania, Olanda, Canada e l’avvocato dell’Unione europea.
Patrick George Zaki è detenuto da febbraio nel carcere di Tora in Egitto. Più di un anno fa si era trasferito in Italia, per conseguire un Master in Women and Gender Studies presso l’Università di Bologna. È stato arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio, mentre tornava nella sua città natale Mansoura.