Stesse dinamiche per pandemia e cambiamenti climatici. Lo ha dimostrato uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Analizzando le evoluzioni temporali dei due fenomeni, i ricercatori hanno evidenziato come, in entrambi i casi, si registri una crescita consistente se questi vengono lasciati evolvere senza agire. Esponenziale nel caso della pandemia, in forte aumento nel caso delle temperature medie del pianeta. Inoltre, entrambi sarebbero caratterizzati da una certa inerzia. Per cui le nostre azioni sortiscono gli effetti desiderati solo dopo un certo periodo di tempo. Per la pandemia, l’inerzia è legata al periodo di incubazione del virus, per il sistema climatico dipende dal lungo tempo di permanenza dell’anidride carbonica in atmosfera e al lento riscaldamento degli oceani.
Il concetto di rischio è dato dal prodotto tra pericolosità, vulnerabilità ed esposizione. Per la Covid-19, in attesa del vaccino o di una terapia efficace, oggi possiamo agire per lo più diminuendo la nostra esposizione ai contatti con potenziali infetti. Per gli impatti dei cambiamenti climatici possiamo invece intervenire su tutti e tre i fattori di rischio. “Come ad esempio – spiegano i ricercatori – sviluppare misure per contrastare il riscaldamento globale da cui dipende l’incremento di frequenza e intensità degli eventi più violenti. Ma anche armonizzare la nostra presenza sul territorio, rendendolo meno vulnerabile, e ridurre la nostra esposizione con una maggiore cultura del rischio”.