Ieri ha avuto luogo un’operazione della Polizia Federale e della Gendarmeria dell’Argentina in una proprietà di Villa Mascardi – nella provincia di Río Negro in Patagonia – occupata da un gruppo di indigeni mapuche. Attorno alle 7, le auto di pattuglia e i veicoli della polizia sono arrivati nella zona occupata dai mapuche per una “ispezione ordinata dal giudice”. Le detonazioni di armi da fuoco hanno cominciato a essere udite intorno alle 8. Dall’interno della foresta, gli occupanti hanno lanciato pietre in risposta alla sparatoria della polizia. All’operazione hanno partecipato circa 100 agenti con 20 mezzi, che hanno lasciato la zona attorno alle 10:30.
Il Sottosegretario alla Sicurezza Eduardo Villalba ha detto che l’operazione si è conclusa con successo e ha potuto effettuare l’ispezione. Ha anche sostenuto che, durante l’ispezione della proprietà, “il popolo, il pubblico ministero e le autorità giudiziarie erano protette”. Tuttavia, un giovane mapuche – che ha deciso di parlare anonimamente alla stampa per rendersi portavoce della comunità – ha definito “repressione” l’operazione. Il giovane ha affermato che tra i mapuche ci sono feriti e ha messo in dubbio l’entità dei colpi sparati dalla polizia, mostrando i bossoli di diversi tipi di proiettili. Martedì un tribunale del Rio Negro ha ratificato l’ordine di sgomberare la proprietà, che appartiene al Vescovado di San Isidro (Buenos Aires). La comunità mapuche si è stabilita a Villa Mascardi nel 2017, quando ha annunciato il recupero del territorio.