Hans Kluge capo dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha sottolineato l’impatto della pandemia sulla salute mentale. “Il covid-19 ha costretto famiglie e comunità a separarsi, ha spinto aziende in bancarotta ed ha privato le popolazioni di opportunità che un anno fa erano date per scontate. La pandemia avrà un impatto sulla salute mentale a lungo termine e di vasta portata. Un’indagine dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) sul covid-19 e sui giovani ha rilevato che il coronavirus ha portato un ragazzo su due (tra i 18 e i 29 anni) ad essere soggetto a depressione o ansia e uno su sei probabilmente ad esserne colpito; anche il 20% degli operatori sanitari ne soffre. Sebbene influenzata in modo diverso, nessuna fascia d’età è stata risparmiata dalla pandemia.
Il bilancio, secondo Kluge, “sarà aggravato dalle ansie che spesso si presentano durante l’inverno e le festività natalizie. È fondamentale adottare misure per contrastare l’impatto sulla salute mentale delle nostre comunità in ogni modo possibile. Inoltre, in molte, i disturbi mentali sono ancora stigmatizzati”. Dunque, è fondamentale, spiega Kluge, sensibilizzare la popolazione su questo tema. Con il tempo la vera portata della crisi diventerà più chiara e verrà offerto supporto e assistenza specializzata a coloro che sono in condizioni di salute mentale gravi.