L’Esercito nazionale siriano, composto dalle milizie jihadiste filo-turche, ha lanciato un’offensiva contro la città confederale di Ain Issa, nel Nord della Siria. Nonostante sia stato contrattato un “cessate il fuoco” con la Russia dopo l’offensiva turca del 2019, il 15 dicembre le forze turco-jihadiste hanno cominciato a bombardare non solo Ain Issa, ma anche i villaggi intorno. Tra i civili ci sono stati almeno 8 morti, 36 feriti e in 9600 sono stati costretti a fuggire. Le Forze siriane democratiche (SDF), guidate dalle YPG-YPJ curde, stanno resistendo e sono pronte a respingere l’attacco.
Nell’ultimo anno, a intermittenza, ci sono stati bombardamenti aerei attorno alla città, ai margini della zona che la Turchia aveva occupato nell’ottobre 2019. I territori del Rojava sono sotto il controllo dell’Amministrazione autonoma del Nord-Est. Le forze turco-jihadiste cercano di conquistare Ain Issa poiché al suo interno passa la strada internazionale M4, considerata un collegamento rilevante per il Nord della Siria. Parallela al confine con la Turchia, rappresenta anche un canale di rifornimento per le forze curde. Se dovessero riuscire nel loro intento, il territorio dell’Amministrazione autonoma sarebbe spezzato in due, e le città di Kobane e Manbij sarebbero completamente isolate. Da parte sua, la Russia non ha alcuna intenzione di intervenire: cerca di mettere pressione all’Amministrazione autonoma affinché essa ceda dei territori al regime di Bashar al-Assad, da sempre alleato della Russia.