L’entità del danno climatico causato dalla produzione di carne biologica è pari a quello della produzione di carne da allevamento convenzionale. Lo ha dimostrato uno studio condotto da tre università tedesche e pubblicato su Nature Communications. In particolare, l’analisi ha stimato le emissioni di gas serra derivanti dalle due diverse produzioni e ha calcolato di quanto i prezzi di quest’ultime dovrebbero aumentare per coprire i danni causati. Per il manzo e l’agnello, le produzioni biologica e convenzionale hanno comportato costi climatici simili. E il pollo biologico è risultato perfino leggermente più dannoso per il clima rispetto alla controparte convenzionale. Solo il maiale bio, richiedendo costi minori, ha dimostrato di alimentare l’emergenza climatica in misura minore di quello prodotto convenzionalmente.
I fattori responsabili dell’emissione di gas serra nella produzione zootecnica, sono diversi. Il principale è rappresentato dal rilascio di metano generato dal processo digestivo del bestiame. L’altra importante causa di emissioni, in questo caso di CO2, è invece legata alla deforestazione connessa alla produzione di foraggio. Il bestiame da allevamento biologico, a differenza di quello da allevamento convenzionale, viene alimentato per lo più con foraggio locale. In questo modo, la produzione biologica non contribuisce alla deforestazione ma – come spiegano i ricercatori – il bestiame cresce più lentamente e spende quindi più tempo emettendo “biologicamente” gas serra prima della macellazione.