Domenica scorsa il Parlamento turco ha approvato una legge che di fatto concede al Governo il potere di sorvegliare (e limitare) l’operato di fondazioni, associazioni, ONG, e gruppi nati in difesa dei diritti umani. Tra questi c’è anche Amnesty International. Il rischio più grande è che una legge simile limiti fortemente gli interventi umanitari nella società civile.
La nuova legge, proposta dal partito del presidente Recep Tayyip Erdoğan, permetterà ad esempio al ministero dell’Interno turco di sostituire i membri delle organizzazioni che sono stati indagati con l’accusa di terrorismo, e di chiedere ai tribunali la sospensione delle loro attività. Anche le organizzazioni internazionali saranno incluse nella legge e penalizzate allo stesso identico modo. Intanto sono già state avviate indagini basate su accuse di terrorismo contro centinaia di migliaia di persone. Membri di Amnesty e altri gruppi della società civile sono stati indagati e processati e altre centinaia di fondazioni sono state già chiuse.
Secondo la legge, le fondazioni rimanenti saranno ispezionate periodicamente dai dipendenti pubblici. I governatori locali o il ministro dell’Interno possono bloccare le campagne di donazioni online se ritengono che queste stiano finanziando il terrorismo e il riciclaggio di denaro.
I critici affermano che il governo di Erdoğan abbia trovato un pretesto per reprimere il dissenso, mentre per il Governo si tratta di misure necessarie per la sicurezza della Turchia.