Satelliti in legno entro il 2023. Questo l’obiettivo di un’azienda giapponese, la Sumitomo Forestry. In collaborazione con l’Università di Kyoto, l’azienda ha annunciato di aver avviato una sperimentazione sulla crescita degli alberi nonché sull’uso di materiali in legno nello spazio. Lo scopo, sarà quello di minimizzare un problema emergente e sempre più consistente: quello dei “rifiuti spaziali“. “Siamo molto preoccupati – ha dichiarato alla BBC Takao Doi, professore all’Università di Kyoto ed astronauta giapponese – tutti i satelliti che rientrano nell’atmosfera terrestre bruciano e creano minuscole particelle di allumina che galleggeranno nell’atmosfera superiore per molti anni”. I satelliti in legno, invece, brucerebbero senza rilasciare sostanze nocive nell’atmosfera ed eviterebbero, inoltre, di far piovere detriti sulla Terra.
Secondo il World Economic Forum (WEF), sono quasi 6.000 i satelliti che orbitano attorno al nostro pianeta. Si stima che circa il 60% di questi siano inattivi e quindi da considerarsi “spazzatura spaziale“. Oltre all’impatto ambientale, questi rifiuti rappresentano un pericolo concreto. Viaggiando ad una velocità di oltre 35mila chilometri orari, possono causare danni considerevoli se impattati, come accadde nel 2006 nel caso della Stazione Spaziale Internazionale. Comunicazione, televisione, navigazione, previsioni meteorologiche, sono solo alcuni dei settori che richiedono un numero sempre più elevato di satelliti in orbita. La società Euroconsult ha stimato che questo decennio verranno inviati nello spazio 990 satelliti all’anno. Entro il 2028 potrebbero esserci quindi 15.000 satelliti in orbita.