Il 2020 è stato il terzo anno più caldo di sempre e in Italia ha causato 239 eventi estremi, in crescita rispetto ai 186 registrati nel 2019. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale dell’Onu (Wmo) ha lanciato un allarme ancora più preoccupante: c’è il 20% di probabilità che venga superata la soglia degli 1,5°C di riscaldamento globale già nel 2024. Per questo motivo la Conferenza sul Clima del prossimo anno (quella del 2020 è stata rimandata causa Covid-19) diventerà ancora più importante.
In Italia abbiamo assistito ad un inizio anno di siccità con il fiume Po ed i laghi nordici ai livelli minimi. La seconda metà del 2020, invece, è stata contraddistinta da piogge sopra la media e rilevanti danni. Nel complesso, l’anomalia termica è stata di +1.5°C, la sesta più elevata degli ultimi 60 anni.
I cambiamenti climatici si vedono già negli effetti, sempre più frequenti, di fenomeni meteorologici estremi. Il ghiaccio marino nell’Artico, ad esempio, è cresciuto ad un ritmo così lento che il 2020 ha visto l’estensione più bassa registrata in ottobre dall’inizio delle osservazioni satellitari (1979). La ragione sta nelle concentrazioni di CO2 in atmosfera che, nonostante i lockdown di quest’anno, hanno stabilmente superato le 412 ppm. Per fare un confronto, nel 1997, anno della firma del trattato di Kyoto, oscillavano tra 360 e 366 ppm. Sono tanti i processi in corso e tutti stanno dimostrando che il cambiamento sarà irreversibile.