Il Tribunale di Bologna ha accolto il ricorso presentato nel 2019 dalla Cgil con Filt, Filcams e Nidil, contro l’algoritmo “Frank” usato per valutare i rider (fattorini che tramutano un ordine su Internet in una consegna a domicilio). Le organizzazioni sindacali avevano denunciato “la cecità” di Frank rispetto alle possibili condizioni personali dei lavoratori. L’algoritmo “produce effetti discriminatori in quanto penalizza il diritto di sciopero, la malattia e i lavoratori con esigenze di conciliazione vita/lavoro”.
Secondo quanto ricostruito dai sindacati, fino allo scorso novembre, ordini, ritiri e consegne erano decise dall’algoritmo che smistava le consegne in base al punteggio dei riders. Con l’algoritmo, a quelli meglio valuatati, venivano assegnati orari di punta, zone più comode e quindi superiori prospettive di guadagno. Deliveroo aveva respinto l’accusa, sostenendo che “‘Frank’ utilizza solo la posizione dei rider e il tipo di mezzo utilizzato per proporre le consegne”.
Il giudice ha inoltre ritenuto che “il modello di valutazione adottato da food delivery era una ‘scelta consapevole‘ dell’azienda che privilegiava la disponibilità del rider, senza mai considerare le ragioni dell’assenza. Il Tribunale infatti afferma che la piattaforma ‘può togliersi la benda che la rende cieca rispetto ai motivi della mancata prestazione lavorativa del rider’. “Se non lo fa, è perché lo ha deliberatamente scelto”, ha aggiunto il segretario confederale della Cgil.