Sono decine di migliaia i bambini che lavorano a fianco dei loro genitori nelle piantagioni di palma da olio in Indonesia e Malesia. È quanto ha svelato un’inchiesta condotta da Associated Press analizzando i dati più recenti di produttori, commercianti ed acquirenti. In Malesia ed Indonesia, che da sole producono l’85% dell’olio di palma globale, i giornalisti hanno parlato con più di 130 lavoratori in quasi 25 aziende. Circa due dozzine di questi erano minorenni. Dall’indagine è emerso poi che la maggior parte di loro guadagna una paga minima o nulla. Sarebbero, inoltre, regolarmente esposti a sostanze chimiche tossiche ed altre condizioni pericolose. Alcuni non vanno mai a scuola ed altri vengono perfino contrabbandati attraverso i confini e lasciati vulnerabili agli abusi sessuali.
Nestle, Unilever, Kellogg’s, PepsiCo, Ferrero ed altri noti marchi, sono le principali multinazionali che sfruttano l’olio di palma nei loro prodotti. Le Nazioni Unite hanno stimato che in Indonesia 1,5 milioni di bambini tra i 10 ei 17 anni lavorino nelle coltivazioni di palma da olio. E nella vicina Malesia, un rapporto del governo pubblicato di recente ha stimato invece che sono più di 33.000 i bambini costretti a lavorare nel settore, quasi la metà di loro tra i 5 e gli 11 anni. Nageeb Wahab, capo della Malaysian Palm Oil Association, ha definito molto gravi le accuse di lavoro minorile e ha sollecitato la denuncia alle autorità competenti.