Un’enorme vagina in cemento armato sullo sfondo di un brillante color scarlatto, creata scavando trenta metri quadrati sul crinale di una collina: l’ultima fatica della scultrice visiva Juliana Notari ha risvegliato l’attenzione del mondo artistico e non, ponendosi al centro di una polemica che ha spaccato in due l’opinione pubblica brasiliana. Situata all’interno di un parco d’arte naturale ai tempi appartenente ad uno zuccherificio, la vulva ricoperta di resina è stata interamente ideata e dipinta dall’artista, che ha lavorato per 11 mesi a Pernambuco, uno degli Stati più dinamici dal punto di vista culturale. La statua vuole essere una provocazione che metta “in discussione il rapporto tra natura e cultura nella nostra società occidentale fallocentrica e antropocentrica”: nel mirino quindi i temi della violenza e del genere, tematiche di grande attualità per via della frequenza con cui si ripresentano. Il dibattito ha diviso l’opinione brasiliana nella tribuna dei social tra favorevoli e contrari: al vespaio di polemiche sollevato dalla destra si contrappongono così le lodi dei fan di Notari, tra cui il fumettista trans Coutinho ed il regista Filho.
I fedelissimi del presidente Bolsonaro hanno risposto con commenti osceni e volgari all’accusa dell’artista, mettendo in evidenza un clima generale di intolleranza che non è nuovo al Brasile. Ciononostante il Paese continua a collezionare iniziative dirompenti, non per ultime alcune mostre satiriche sulla religione.