Il Kenya avrebbe bisogno di 62 miliardi di dollari per mitigare il cambiamento climatico ed adattarsi alla crisi che ne deriva. Una cifra pari a quasi il 67% del suo PIL. È quanto afferma un documento governativo inviato alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Il rapporto ha quantificato l’entità della sfida che il paese ha deciso di affrontare. Il Kenya, infatti, avrebbe intenzione di ridurre del 32% l’emissioni di gas serra entro il decennio. Oltre il 90% delle spese – trapela dal documento – saranno affidate a fonti internazionali.
Il Kenya rilascia in atmosfera meno dello 0,1% delle emissioni globali di gas serra e ha un tasso di emissione pro capite inferiore alla metà della media globale. Nonostante ciò il paese – come tutti gli altri Stati più poveri del pianeta – soffre maggiormente gli impatti del cambiamento climatico. Questo, a causa della mancanza di strumenti economici efficaci per rispondere ai principali effetti della crisi climatica, come siccità ed inondazioni. Ad esempio, nel 2011, una grave siccità ha causato danni stimati in 11 miliardi di dollari. Un’altra, durata dal 2014 al 2018, ha lasciato oltre 3 milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare e mezzo milione di persone senza accesso all’acqua. Il paese – dove l’84% della terra è arida e semi-arida – sono andati persi 8.500 ettari di colture, lasciando meno del 16% della terra a sostenere più dell’80% della popolazione.