La Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza della Corte di Appello di Firenze sulla strage di Viareggio, dichiarando prescritto il reato di omicidio colposo plurimo, in conseguenza del venir meno dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. I difensori dell’ex amministratore delegato di Fs e Rfi, Mauro Moretti, e dell’ex ad di Trenitalia, Vincenzo Soprano, si possono ritenere soddisfatti: erano stati rispettivamente condannati a 7 e 6 anni. Pianti, urla e rabbia davanti al Palazzaccio di Roma quando è arrivata ai familiari delle 32 vittime la notizia che i loro cari quella tragica notte del 29 giugno 2009 sono morti per autocombustione. “Per 11 anni e mezzo siamo stati zitti, buoni e abbiamo ascoltato di tutto in silenzio. Ma dopo questa sentenza non si può più”, grida Luciana Beretti, che ha al collo le foto di suo figlio e sua nuora, due delle 32 vittime
“In un paese civile non può esistere che la morte orribile di 32 persone resti senza colpevoli e la prescrizione impedisca l’accertamento delle responsabilità di chi doveva vigilare e poteva impedire che si verificasse una strage e non l’ha fatto”, ha dichiarato il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi. “La cosa più grave di questa sentenza è che non è stata riconosciuta l’aggravante del mancato rispetto della normativa relativa alla sicurezza sul lavoro, anche perché ha portato alla prescrizione del reato di omicidio colposo. Siamo amareggiati, vedremo le motivazioni ma non è finita”, commenta Tiziano Nicoletti, legale dei familiari delle vittime.