In Germania, nel 2020, l’energia da fonti rinnovabili ha superato quella derivante da fonti fossili. Lo hanno evidenziato i dati preliminari dell’Agenzia di rete federale (BNetzA) e del gruppo di esperti di Agora Energiewende. Il nucleare e le fossili lignite, carbone, gas e petrolio, avrebbero prodotto 230 terawattora (TWh) contro i 255 delle rinnovabili. Leggermente diverso il parere dell’Istituto Fraunhofer ISE. Secondo il più grande centro europeo di ricerca sul solare, le fossili e il nucleare avrebbero generato 241 TWh contro i 247 delle fonti rinnovabili. Il 2020, inoltre, è stato l’anno in cui l’energia solare ha superato quella prodotta da tutte le centrali a carbone del paese. Gli esperti raccomandano però cautela. A causa della pandemia, l’anno appena trascorso, infatti, è stato tutt’altro che ordinario. Un calo record della produzione industriale e del consumo energetico, un inverno piuttosto mite e un rapido calo del carbone, sono solo alcuni dei fattori che potrebbero aver contribuito.
Il primo gennaio 2021, in Germania, è entrata in vigore la nuova legge per lo sviluppo delle rinnovabili. La riforma concretizza per la prima volta l’obiettivo della neutralità climatica fissato dal Green Deal europeo: zero emissioni nette entro il 2050. Invece, per raggiungere il 65% di rinnovabili entro il 2030 – ha spiegato il ministro dell’Economia Peter Altmaier – la legge prevede che il fotovoltaico raggiunga in dieci anni i 100 GW, l’eolico a terra arrivi a 71 GW, l’eolico offshore i 20 GW e la biomassa gli 8,4 GW.