In poco più di un decennio, un’area di 43 milioni di ettari è andata perduta a causa della deforestazione. Secondo il nuovo rapporto del Wwf, il 10% della deforestazione globale è dovuta dalla domanda dei paesi dell’Unione Europea di prodotti come carne bovina, soia, cacao, gomma e olio di palma. Ad oggi, sono 9 le località in cui la deforestazione procede a ritmi più elevati: due sono geolocalizzate nella foresta amazzonica – tra Paraguay e Brasile, in seguito vi è il Cerrado – savana tropicale del Brasile che ospita il 5% della biodiversità mondiale – e poi ancora Argentina, Madagascar, Indonesia e Malesia.
L’Europa è il secondo mercato per la soia brasiliana: tra il 2004 e il 2017 la savana ha perso il 32,8% della sua area forestale perché la gran parte delle importazioni di soia provengono dal Cerrado. Il Wwf sta sollecitando Bruxelles affinché entri in vigore una nuova legge europea per impedire che i prodotti legati alla deforestazione e alla distruzione della natura entrino nei mercati della Ue. “L’Ue può e deve smettere di essere parte del problema – ha detto Anke Schulmeister-Oldenhove, membro dell’ufficio politico europeo del Wwf. In questo momento la Commissione europea sta elaborando una proposta di legge sulla deforestazione. Saremo presenti ad ogni passo per assicurare che tale legge sia forte, ambiziosa e garantisca che l’Ue faccia la sua parte nella protezione delle foreste, delle praterie e delle zone umide del mondo”.