Nella mattina di mercoledì 13 gennaio a Lamezia Terme è iniziato il maxi-processo Rinascita-Scott contro alcune potenti cosche della ‘ndrangheta calabrese. I numeri del processo rappresentano diversi primati per gli ultimi trent’anni di lotta alla mafia: 438 capi di imputazione, 325 imputati, 913 testimoni d’accusa e 58 collaboratori di giustizia chiamati a deporre. Nonostante la sua importanza simbolica, la giornata d’apertura è stata in gran parte procedurale. Il giudice Tiziana Macri ha letto i nomi degli imputati in un’aula con capienza di un migliaio di persone. Nessuno ha partecipato in presenza, ma circa 50 lo hanno fatto tramite collegamento video.
La maggior parte degli imputati è stata arrestata a dicembre 2019 dopo un’indagine iniziata nel 2016, che ha riguardato almeno 11 regioni italiane. Circa 2.500 ufficiali hanno partecipato a vari raid in Calabria, cuore di un’area controllata principalmente dal clan Mancuso della ‘ndrangheta. Per il processo, il team di Nicola Gratteri, che ha guidato le indagini, ha raccolto 24.000 intercettazioni telefoniche e conversazioni a sostegno delle accuse.
Un tempo derisa dalle mafie siciliane di Cosa Nostra e camorra campana, oggi la ‘ndrangheta è di gran lunga il gruppo criminale più potente in Italia e uno dei più ricchi al mondo. Uno studio del Demoskopita Research Institute nel 2013 ha stimato che fosse finanziariamente più potente di Deutsche Bank e McDonald’s messi insieme, con un fatturato annuo di € 53 miliardi.