I vaccini contro il coronavirus di Pfizer e Moderna potrebbero avere un’efficacia pari solo al 29%. A sollevare dubbi sull’efficacia rivendicata del 95% è Peter Doshi, professore associato presso l’Università del Maryland. Di fronte a nuove pubblicazioni e a report pubblicati da e per FDA (Food and Drug Administration), Doshi ritiene che lo studio sull’efficacia dei vaccini sarebbe stato compromesso dal numero di pazienti “sospetti Covid-19” (sintomatici non confermati dal test PCR). Per Doshi, i casi sospetti non possono essere ignorati. Dato il numero 20 volte maggiore dei casi sospetti rispetto a quelli confermati, se il risultato del test PCR di molti pazienti fosse un falso negativo, l’efficacia del vaccino scenderebbe al 19% (molto al di sotto della soglia al 50% fissata dalle autorità di regolamentazione). Non conteggiando i casi di Covid-19 verificatisi entro 7 giorni dalla vaccinazione, l’efficacia del vaccino si attesterebbe al 29%. Secondo Doshi, per comprendere la reale efficacia dei vaccini sono necessari i dati grezzi della sperimentazione, che Pfizer e Moderna non hanno ancora diffuso. I dati a cui prestare attenzione sono soprattutto tassi di ospedalizzazione, casi di terapia intensiva e decessi.
Anche il vaccino cinese prodotto in Brasile dalla Sinovac sembra avere un’efficacia inferiore. I test preliminari avevano mostrato un’efficacia del 78%, ma secondo i dati resi noti dall’Istituto Butantan (centro opubblico brasiliano di ricerca biologica) l’efficacia rilevata sarebbe di poco superiore al 50%.