Anche la Nasa conferma i dati discussi nei mesi scorsi: il 2020 ha segnato un nuovo record per il riscaldamento globale. In precedenza era stato il sistema satellitare europeo Copernicus a lanciare l’allarme. Sebbene i dati delle due diverse agenzie oscillino leggermente nei risultati, entrambe concordano sul fatto che qualcosa sia successo. Le temperature, infatti, si sono effettivamente alzate. Le rilevazioni delle agenzie non sono sempre identiche, perché, ad esempio, il gruppo di dati che viene preso in considerazione può essere più o meno ampio. Infatti, per Copernicus, la temperatura media del pianeta, misurata alla superficie, nel 2020 ha raggiunto gli 1,25°C in più rispetto al periodo del 1850-1900. L’aumento medio misurato dalla Nasa è più basso, cioè pari a 1,02°C. Questa analisi, però, è stata fatta basandosi sulla media di riferimento del trentennio 1951-1980. Il risultato è comunque unico e certo: per entrambe le agenzie il 2020 ha superato il record precedente che risaliva al 2016.
Secondo la Nasa, ci sono due eventi che hanno contribuito maggiormente al surriscaldamento: Gli incendi in Australia e il crollo delle emissioni causato dai lockdown. I roghi hanno immesso in atmosfera particelle rilevate fino a quasi 30 km di altezza. Al contrario, gli stop agli spostamenti e alle attività a causa del Covid-19 hanno ridotto il particolato in sospensione, permettendo a una maggior quantità di radiazioni di raggiungere la superficie terrestre.