I batteri che colonizzano i rifiuti plastici in mare potrebbero entrare nella catena alimentare attraverso i frutti di mare. Lo ha evidenziato uno studio condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con l’Università di Sousse. I ricercatori hanno indagato la presenza di microplastiche e di batteri in campioni d’acqua del Mar Mediterraneo e in campioni di molluschi, come cozze e vongole. I risultati della ricerca, pubblicata sul Journal of Hazardous Materials, hanno sottolineato la presenza di significative quantità di microplastiche nelle cozze. Ma non solo. Le microplastiche, inoltre, trasporterebbero batteri patogeni che hanno un effetto tossico sui molluschi, come indicato dalla loro risposta immunitaria. Per una valutazione in termini di rischio alimentare per l’uomo – precisano i ricercatori – sono però necessari ulteriori studi.
L’accumulo di rifiuti plastici negli ambienti marini è sempre più una questione cruciale. Il Mar Mediterraneo, seppur rappresenti solo l’1% delle acque mondiali, si stima che contenga il 7% della microplastica marina. E tra tutti i frutti di mare, i molluschi come cozze, ostriche e capesante sono quelli con i più alti livelli di contaminazione da microplastiche. “Mentre la tossicità per gli organismi acquatici è abbastanza ben esplorata – spiegano i ricercatori – si sa ben poco sul ruolo che la plastica ha nel plasmare la struttura della comunità batterica in condizioni marine e sulla sua possibile trasmissione all’uomo”.