A 10 anni dalla cacciata del dittatore Zine el-Abidine Ben Ali e dalla rivoluzione dei gelsomini, caos e disordine hanno colpito la Tunisia. In molte città del Paese si sono verificati scontri per tre notti di seguito, tra gruppi di giovani e Polizia. Questi incidenti sono scoppiati, subito dopo l’entrata in vigore del coprifuoco alle 16. Gli agitatori hanno eretto barricate e dato fuoco a pneumatici, bloccando diverse strade. I disordini hanno interessato tra le altre località Cité Etthadamen, sobborgo popolare di Tunisi, Sidi Hassine, Sidi Thabet, Sousse, Hammamet, Sfax, Monastir e Tozeur. Le forze dell’ordine hanno sequestrato numerose bottiglie molotov pronte all’uso, un bidone di benzina e una spada. Ammontano a 242 gli arresti. Lo ha affermato il portavoce della Direzione generale della sicurezza nazionale, Walid Hakima, sottolineando che durante le operazioni sono rimasti feriti diversi agenti della Polizia e vari veicoli sono stati danneggiati.
Appelli a manifestare erano stati lanciati nei giorni scorsi in vista del decimo anniversario, 14 gennaio, che segnò l’inizio della “rivoluzione dei gelsomini” e aprì la stagione della “primavera araba”. Sotto pressione per lo scontento popolare dovuto all’aggravarsi delle preesistenti difficoltà economiche di fronte alla pandemia, il premier Hichem Mechichi ha annunciato ieri un ampio rimpasto di governo che riguarda 12 ministeri, tra cui quelli dell’Interno, della Giustizia e della Salute. Il nuovo esecutivo, che deve ancora essere approvato dal parlamento, non include alcuna donna ministro.