Aumento delle temperature e precipitazioni estreme contribuiscono alla malnutrizione infantile più di quanto non facciano la povertà, le scarse condizioni igieniche o il limitato accesso all’istruzione. Lo ha denunciato uno studio pubblicato di recente su Environmental Research Letters. La ricerca, condotta su 107 mila bambini fino a 5 anni di età, ha indagato la relazione fra cambiamento climatico e diversità delle diete infantili. I ricercatori, nel dettaglio, hanno analizzato la ‘diversità alimentare’ nei bambini provenienti da 19 paesi in via di sviluppo. Questa è stata poi interpolata con i dati ambientali e socio-economici degli ultimi trent’anni. I risultati hanno evidenziato che, in certe regioni, gli effetti negativi legati alle alte temperature hanno oscurato i benefici prodotti da altri fattori. Educazione, disponibilità di acqua potabile e aumento dei livelli di igiene sono stati così surclassati dal cambiamento climatico.
La ‘diversità alimentare‘ è un indicatore sviluppato dalla Fao per misurare la qualità del regime alimentare e l’apporto di micronutrienti. Nel 2019 – secondo l’Onu – 144 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrivano di malnutrizione cronica. Nonostante negli ultimi decenni siano stati fatti enormi progressi per migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione infantile, due terzi dei bambini in tutto il mondo continuano a non ricevere una dieta adeguata al loro sviluppo. I cambiamenti climatici, neutralizzando i progressi accumulati finora, rischiano di peggiorare questa condizione.