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Migranti, illegali i respingimenti dell’Italia alla frontiera con la Slovenia

Un’importante sentenza del tribunale di Roma ha stabilito che il meccanismo delle ‘riammissioni a catena’ dei migranti della rotta balcanica è illegale. Che significa? Tutto è cominciato dal caso di un cittadino pakistano, fuggito dal suo paese in seguito a persecuzioni subite per il proprio orientamento sessuale. L’uomo, richiedente asilo in Italia, è stato respinto nel luglio del 2020 dall’Italia alla Slovenia, da qui in Croazia e quindi in Bosnia. È il meccanismo che si definisce di “riammissioni a catena”. Tuttavia l’ordinanza emanata, datata 18 gennaio, dice che [1]: “Ha diritto a fare immediato ingresso in Italia, in applicazione dell’articolo 10 della nostra Costituzione, per poter chiedere asilo, il cittadino straniero illegalmente riammesso in Slovenia e poi in Bosnia sulla base dell’accordo Italia-Slovenia da considerarsi in palese violazione delle norme internazionali, europee e interne”.

La sentenza reputa di fatto illegali le riammissioni praticate dalla primavera del 2020 [2] dei migranti della rotta balcanica arrivati nel Friuli Venezia Giulia dalla Slovenia. È la prima tappa dei respingimenti a catena che si concludono nel cantone bosniaco dove si sta assistendo ad una grossa crisi umanitaria. [3]Le persone respinte non sanno cosa sta avvenendo nei loro confronti, non ricevono alcun provvedimento amministrativo scritto e per questo non hanno possibilità di contestare ciò che subiscono. La notizia è stata divulgata dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione [4], che ha assistito nel ricorso il cittadino pakistano richiedente asilo.