La nuova giunta militare del generale Min Aung Hlaing, che il primo febbraio ha preso il potere in Myanmar con un colpo di stato, ha bloccato l’accesso a Facebook nel tentativo di reprimere il dissenso della popolazione. Il ministero delle Comunicazioni ha detto che Facebook sarà bloccato fino a domenica, sostenendo che gli utenti stavano «turbando la stabilità del Paese», utilizzando la rete per diffondere «fake news e disinformazione». Facebook, che in Myanmar registra 22 milioni di utenti, negli ultimi giorni è stato utilizzato per coordinare azioni di disobbedienza civile e proteste. Mercoledì, gli operatori sanitari in 70 ospedali hanno lasciato il lavoro per protestare contro le azioni dell’esercito. Nelle proteste serali, centinaia di residenti sono usciti sui loro balconi sbattendo pentole e padelle: per la popolazione il gesto è un atto simbolico per scacciare il male. Anche Instagram e WhatsApp sono soggetti a restrizioni. Il portavoce di Facebook Andy Stone ha esortato le autorità a ripristinare i servizi, «in modo che le persone in Myanmar possano comunicare con le loro famiglie e amici e accedere a informazioni importanti».
Nonostante il tentativo dell’esercito di reprimere l’attivismo, giovedì nella città di Mandalay si è svolta la prima protesta in strada. I manifestanti – circa 20 persone davanti la Mandalay Medical University – hanno sventolato striscioni e cantato slogan contro il colpo di stato. Secondo Reuters, ci sono stati almeno tre arresti.