Lo scorso dicembre la Cina ha piantato la sua bandiera sul suolo lunare, portando a termine una missione che nessuno aveva tentato di compiere negli ultimi 40 anni. Ma non è l’unica conquista che la Cina vuole accaparrarsi. La nazione guidata da Xi Jinping si sta ora avvicinando a Marte con la missione chiamata Tianwen-1. Se l’atterraggio definitivo di maggio andrà bene, per la Cina sarà un enorme passo avanti. Perché?
La Cina considera lo spazio come uno strumento di competizione geopolitica e diplomatica. Il cosmo è diventato un ulteriore terreno di battaglia in cui dimostrare la propria supremazia. Gli Stati Uniti sono il principale – ma non l’unico – avversario. Tuttavia, seppur relativamente vicino alla Terra, Marte non è un obiettivo facile da raggiungere. Su 49 missioni tentate fino a dicembre 2020, solo 20 hanno avuto successo. Nel 2016, ad esempio, lo Schiaparelli Mars Explorer dell’Agenzia spaziale europea si è schiantato in superficie. Prima della Cina, sono stati gli indiani (con la missione Mars Orbiter) nel 2014 a raggiungere Marte. Ecco un’altra delle ragioni per cui diventa fondamentale l’esito positivo di Tianwen-1: Xi Jinping riaffermerebbe il suo dominio spaziale sul vicino indiano. A differenza dell’India, non è la prima volta che la Cina tenta di compiere una missione su Marte (la precedente, Yinghuo-1, nel 2011, è fallita al lancio). Tuttavia, in questa occasione, le probabilità di successo sembrano decisamente migliori.