Rossetti, lucidalabbra, mascara, ciprie e fondotinta sono pieni di particelle in plastica inferiori ai 5 millimetri. È quanto è emerso da un recente rapporto di Greenpeace, “Il trucco c’è ma non si vede”. Analizzando gli ingredienti e attraverso analisi di laboratorio, l’indagine è stata condotta su 672 trucchi di undici noti marchi. Nel 79% dei prodotti verificati sono state rinvenute materie plastiche di cui il 38% costituito da particelle solide. Lush, Maybelline, Deborah, Sephora e Wycon sono, nell’ordine, i cinque marchi con le più alte percentuali di plastica. Mentre solo i prodotti dell’azienda Purobio ne sono risultati privi. Le analisi di laboratorio hanno evidenziato, invece, la presenza di polietilene (in 6 prodotti), di polimetilmetacrilato (in 2 prodotti), di nylon (in 2 prodotti) e di polietilene tereftalato (in 1 prodotto).
In Italia dal 1 gennaio 2020 è stata vietata la messa in commercio di prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche. E a gennaio 2018, nell’ambito della European Plastic Strategy, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha elaborato una proposta di restrizione relativa all’immissione di microplastiche in numerose tipologie di prodotti. Tuttavia, detta proposta riguarderebbe solo le particelle solide (le microplastiche propriamente dette). Sarebbero invece esclusi i polimeri in forma liquida, semisolida e solubile, comunque abbondanti nei prodotti per il make-up e non solo. A causa della loro difficile biodegradabilità, inoltre, queste sostanze sarebbero impossibili da rimuovere dall’ambiente.