Il sistema alimentare globale è la principale minaccia per l’86% delle 28.000 specie a rischio di estinzione. Lo afferma il rapporto del thinktank di Chatham House. Senza cambiamenti, sottolinea, la perdita di biodiversità continuerà ad accelerare e minacciare la capacità del mondo di sostenere l’umanità.
Secondo lo studio, la causa principale è un circolo vizioso di cibo a buon mercato: i bassi costi guidano una maggiore domanda di cibo e la concorrenza spinge i costi al ribasso attraverso l’uso di fertilizzanti e pesticidi inquinanti.
Il rapporto, sostenuto dal programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep), si è concentrato su tre soluzioni. La prima è il passaggio a diete a base vegetale perché i bovini, gli ovini e altri animali hanno il maggiore impatto sull’ambiente. La seconda soluzione sarebbe liberare la terra esistente per ripristinare gli ecosistemi nativi e aumentare la biodiversità. Mentre la terza soluzione vedrebbe un’agricoltura meno intensiva e dannosa ma che accetta di essere meno producente. Le rese biologiche, infatti, sono circa il 75% di quelle dell’agricoltura intensiva convenzionale, ha affermato il rapporto.
Secondo lo studio, la riparazione del sistema alimentare globale affronterebbe anche la crisi climatica e quella sanitaria. Il sistema alimentare infatti, causa circa il 30% di tutte le emissioni di gas serra, inoltre, provoca problemi di salute in 3 miliardi di persone e costa trilioni di dollari all’anno in assistenza sanitaria.