L’Italia continua ad essere sanzionata dall’Unione Europea per la presenza di discariche ancora da bonificare. Sono almeno 84 i siti sul territorio non conformi alle direttive europee. Secondo quanto comunicato dal Dipartimento per le Politiche Europee, oggi l’Italia è tra i primi dieci Paesi per numero di procedure di infrazione aperte solo nel 2020. A suo carico, infatti, 31 nuovi provvedimenti, con 86 procedure già in corso. Le manovre di infrazione cominciano solitamente quando uno Stato membro non applica correttamente, ad esempio, le norme previste. È proprio per questo motivo che la Corte di giustizia ha emesso sentenze di condanna nei confronti dell’Italia. La sua colpa? Cattiva gestione dei rifiuti, soprattutto quelli pericolosi e delle discariche.
Basti pensare che nel periodo dicembre 2014-dicembre 2019 il ministero dell’Ambiente e il Commissario di governo bonificavano 160 siti versando, nel mentre, una grossa cifra all’Unione Europea. Parliamo di una sanzione complessiva pari a oltre 235 milioni di euro. Un esborso che non si ferma, se consideriamo che nel 2021 rimangono ancora da bonificare 40 discariche, situate in almeno otto regioni. Nel complesso l’Italia ha speso ad oggi oltre 275 milioni di euro per il pagamento di tali sanzioni. In alcuni casi si tratta di questioni che vanno avanti da decenni, come la procedura sulle discariche abusive avviata nel luglio del 2003 e per cui nel 2017 il governo ha addirittura nominato un commissario straordinario, aggiungendo ulteriori esborsi.