Lo stato americano del Nevada sta attualmente considerando una proposta di legge che potrebbe permettere alle grandi aziende hi-tech l’istituzione di governi autonomi. Presentata dal governatore democratico Steve Sisolak, la bozza legislativa prevede infatti la creazione delle cosiddette “Innovation Zones” a favore delle grandi imprese del settore digitale con un capitale di almeno 250 milioni di dollari: ad esse verrebbe garantita totale autonomia nella gestione del fisco, dell’istruzione, della giustizia e dei servizi pubblici. Nascerebbero così dei governi locali autonomi che, sebbene gestiti da imprese private, vanterebbero una condizione equivalente ad una normale provincia per competenza ed autorità amministrativa. Il progetto riguarderebbe in via esclusiva le aziende attive nel settore digitale e delle nuove tecnologie, in possesso di un terreno disabitato e non edificato di almeno 202 km quadrati in Nevada, e con un piano di investimenti della zona di almeno un miliardo di dollari in dieci anni.
Secondo Sisolak il progetto permetterebbe non solo di attrarre importanti capitali con un investimento minimo, ma anche di incrementare il numero di abitanti del Nevada, appena 3 milioni in un’area grande quasi quanto l’Italia. Ciononostante, legalizzare la sostituzione di un’amministrazione pubblica con una privata potrebbe diventare un precedente pericoloso ed antidemocratico. Basti pensare che dietro il progetto potrebbe nascondersi il miliardario Jeffrey Berns, proprietario di una società di criptovalute ed autore di cospicue donazioni ai legislatori di entrambi gli schieramenti.