giovedì 21 Novembre 2024

La guerra fredda è finita da un pezzo, ma l’Italia è ancora piena di bombe nucleari americane

Durante la guerra fredda, gli Stati Uniti hanno disseminato centinaia di bombe nucleari sul territorio europeo per “difendere” il continente da un eventuale attacco sovietico. Ad oggi, le testate sono ridotte a 100 e molte basi sono scomparse. La situazione italiana non è però migliorata. L’Italia è l’unico paese con non una, ma due basi ospitanti bombe nucleari americane ed è il paese europeo che ne ospita il maggior numero: ben 35.

Le 100 bombe nucleari americane B61 presenti attualmente in Europa sono distribuite in 6 basi nucleari. Due si trovano in Italia, le restanti sono distribuite tra Belgio, Olanda, Germania e Turchia. Aviano, che ospita 20 testate, è una base americana, mentre Ghedi, che ne ospita 15, è una base dell’Aeronautica militare italiana. Nonostante il consenso europeo sulla necessità di un immediato disarmo nucleare, la politica italiana degli ultimi anni non ha fatto nessun passo avanti verso la rimozione di queste bombe. Anzi, ne aspetta degli esemplari nuovi: le bombe B61-12, più facili da usare e quindi ancora più pericolose. L’Italia non ha nemmeno aderito al recente trattato TPNW (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons). In un recente intervento, il ministro degli Affari Esteri, Luigi di Maio, ha sottolineato l’importanza di affrontare il disarmo  «realisticamente», cioè in un non meglio specificato «percorso a tappe» che «tenga conto delle esigenze di sicurezza e stabilità del paese».

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria