Nel 2011, il Qatar ha vinto il diritto di ospitare il campionato mondiale di calcio del 2022. Da allora, il paese è stato completamente investito nella preparazione dell’evento: trasporti, infrastrutture, alberghi e un nuovo aeroporto. Almeno 6500 lavoratori stranieri, attratti verso il Qatar dalle opportunità di impiego, hanno perso la vita in queste circostanze. Il paese non si è però preso nessuna responsabilità, classificando le morti come “naturali” e spesso non pagando nessun risarcimento alle famiglie delle vittime.
Più di 2 milioni di lavoratori stranieri si sono trasferiti in Qatar per approfittare delle nuove opportunità di lavoro create dal prospetto del campionato di calcio. Chiaramente si tratta di persone poverissime, costrette ad abbandonare le loro famiglie per anni per mettere da parte un po’ di soldi. Più di 6500 hanno perso la vita, ma si tratta di una stima molto riduttiva, secondo il Guardian, perché non tiene conto di alcuni mesi del 2020 né di alcuni gruppi molto consistenti (tra cui i lavoratori filippini e kenyoti). Nel 69% dei casi, le morti sono attribuite a “cause naturali,” anche laddove i lavoratori non avevano nessuna condizione preesistente. I dati sulle morti, concessi poco e a malavoglia dalle autorità locali, sono spesso incompleti ed inconsistenti. Amnesty International e Human Rights Watch hanno espresso grande preoccupazione per la situazione, che ha ancora quasi due anni di tempo per creare nuove vittime.