Uno dei più importanti studi scientifici condotti sul tema ha confermato ciò che molti esperti sostenevano da tempo: vivere in luoghi particolarmente inquinati riduce notevolmente la fertilità. In Cina sono state studiate e analizzate 18.000 coppie che vivono in luoghi mediamente più inquinati del paese riscontrando tra queste un aumento del 20% dei problemi di fertilità, definiti come l’impossibilità di rimanere incinte dopo un anno di tentativi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Scienze Direct, e ha confrontato tra loro coppie che avevano livelli simili di quelli che sono considerati gli altri fattori di rischio noti: età, peso, reddito, fumo, consumo di alcol e livelli di esercizio fisico. La sola differenza era data appunto dal vivere in zone inquinate, caratterizzate da una media di 57 µg / m3 (microgrammi di particelle inquinanti per metro cubo), livello non troppo differente a quello medio di molte città della pianura padana. Non è il primo studio che prova la correlazione tra inquinamento e infertilità. Già nel 2017 una ricerca aveva evidenziato come l’esposizione alla smog avesse conseguenze negative sulla qualità degli spermatozoi.
Non ancora del tutto noto il meccanismo attraverso il quale l’inquinamento causerebbe aumento dell’infertilità, tuttavia gli studiosi sono ormai concordi nell’ipotizzare che le infiammazioni causate nel corpo dalle particelle di inquinamento potrebbero danneggiare la produzione e la qualità sia degli spermatozoi nell’uomo che degli ovuli nella donna.