La censura delle piattaforme private sbarca anche su Amazon, la principale azienda dell’e-commerce globale per la prima volta nella sua storia ha eliminato alcuni libri in base al contenuto. Il filtro adottato dalla piattaforma è quello dell’«incitamento all’odio», seguendo il quale negli ultimi settimane sono stati eliminati due titoli di David Duke, ex leader del Ku Klux Klan, e quelli del fondatore del partito nazista americano, George Lincoln Rockwell ed altri testi di orientamento neonazista e antisemita. L’ultimo libro eliminato del quale si ha notizia è “When Harry Became Sally: Responding to the Transgender Movement”, libro di Ryan T. Anderson, contro quella che viene chiamata «ideologia transgender» dall’autore.
L’azione di Amazon è pienamente legittima dal punto di vista giuridico, visto che si tratta infatti di una libreria privata che come ogni libreria può decidere di vendere o non vendere determinati testi a proprio giudizio. Tuttavia Amazon rappresenta oltre l’83% del mercato dei libri, togliere libri dal suo e-commerce equivale ormai a metterli all’indice, o quasi. Inoltre il criterio dell’«incitamento all’odio» fino a che punto può essere spinto? Questa è la domanda che si pongono molti analisti. Ad esempio, chi assicura che in futuro un libro di critica contro Amazon stessa non possa essere eliminato, inoltre con criteri così vaghi quasi ogni libro di critica politica radicale potrebbe cadere vittima della censura.