Nonostante la pressione finanziaria e le ingenti spese necessarie per far fronte all’emergenza sanitaria in atto, molti paesi della NATO stanno incrementando ulteriormente le spese per gli armamenti militari. Le crescenti tensioni sui cambiamenti geopolitici hanno portato alcuni alleati come Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia a salvaguardarsi da un futuro di probabili disordini su vasta scala, aumentando la propria potenza militare, principalmente con l’acquisto di armi ed equipaggiamenti in grado di affiancare esercito e forze di polizia. La Gran Bretagna ha annunciato un ulteriore stanziamento di 19 miliardi totalizzando una spesa annua di 60,7 miliardi, seguita dalla Germania con 54,75 miliardi e dalla Francia con 50,7 miliardi. Nel 2020, l’Italia, ha incrementato la spesa di circa 15,32 miliardi, vale a dire il 9,8% in più rispetto al 2019. Il ministro della Difesa Guerini, il 19 febbraio, ad un incontro NATO, ha firmato un accordo con 13 paesi dell’alleanza garantendo che l’Italia si impegnerà ad aumentare le spese militari. Si stima quindi che nel 2021 tale stanziamento aumenterà ulteriormente fino a 17 miliardi, portando così la spesa globale da 26 a quasi 36 miliardi l’anno.
L’ International institute for strategic studies (Iiss), Istituto Internazionale di studi strategici, ha rilevato che nel 2020 la spesa mondiale per gli armamenti è aumentata del 3,5%, e la Deloitte & Touche, prima azienda mondiale per servizi e consulenze, ha dichiarato che nel 2021 vi sarà un ulteriore incremento globale del 2,8% principalmente in Europa.