La Corte penale internazionale (CPI) ha aperto un’indagine sui crimini di guerra commessi da Israele nella Palestina occupata. Lo ha affermato nella giornata di ieri il procuratore generale della CPI, Fatou Bensouda, tramite una dichiarazione ufficiale. L’indagine avrà ad oggetto i crimini di guerra che si presume siano stati commessi nel 2014 da Israele, che verrà indagata per non aver aver effettuato alcuna distinzione tra gli obiettivi militari e quelli civili, essendo state uccise anche molte persone comuni durante le operazioni militari condotte nella Striscia di Gaza. Inoltre, verrà analizzata dalla Corte anche la politica israeliana basata sulla costruzione di insediamenti nei territori occupati. Infatti, l’inchiesta della CPI avrà ad oggetto i territori palestinesi occupati a partire dal 1967. La Corte, prima di aprire ufficialmente le indagini, si è dichiarata competente ad esaminare il caso in quanto la Palestina ha aderito allo Statuto di Roma (il trattato istitutivo della CPI) nel 2015.
Durante l’operazione militare del 2014, oltre 2000 palestinesi persero la vita, molti di essi civili. Già un rapporto di Human Rights Watch certificò da parte israeliana «bombardamenti su abitazioni, infrastrutture, edifici e personale sanitario e luoghi di rifugio per sfollati», e poi «colpi di artiglieria contro abitazioni civili» e «civili colpiti e uccisi da missili israeliani in luoghi pubblici dove non vi era alcuna apparente attività di gruppi armati palestinesi».