Il Libano sta affrontando la peggiore crisi degli ultimi decenni ed a gennaio è stato dichiarato lo stato di emergenza. Da una settimana sono in corso le violente proteste dei cittadini contro il governo a causa della crisi economica e del rialzo dei prezzi. I manifestanti hanno bloccato le strade delle principali città del paese ed hanno dato fuoco agli pneumatici delle autovetture. Molto forte la repressione da parte dell’esercito, come richiesto dal presidente libanese. Intanto l’inflazione dilaga, il valore della sterlina libanese è crollato di oltre l’80% e lo Stato sta bloccando i conti in banca delle persone, che possono prelevare solo piccole cifre di denaro. Dietro tutto ciò c’è la crisi di governo: è da 7 mesi che il paese non ha un esecutivo nella pienezza dei suoi poteri. Anche il governatore della banca centrale, Riad Salameh, non è esente da colpe: è accusato di aver ingannato i cittadini finanziando il paese nonostante sapesse che la bancarotta si sarebbe verificata. A tutto questo si aggiunge la crisi sanitaria dovuta al Covid-19: ieri quasi 4000 nuovi casi e 54 morti.
La formazione di un governo permetterebbe al Libano di ricevere ben 253 milioni di euro raccolti da una commissione internazionale patrocinata dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, ma i cattivi rapporti tra il presidente libanese Michel Aoun e l’incaricato premier Hariri stanno precludendo questa possibilità al paese.