Dopo un anno di chiusura i lavoratori dello spettacolo francese hanno deciso di passare all’azione, con la determinazione che spesso contraddistingue le proteste d’Oltralpe: negli ultimi giorni sono iniziate le occupazioni di decine di teatri. La prima azione è stata giovedì, quando sono stati organizzati cortei di protesta da parte dei lavoratori del settore che hanno coinvolto migliaia di persone in tutte le principali città francesi. A Parigi il corteo è terminato con l’occupazione del principale teatro della capitale, l’Odeon, in una cinquantina ci si sono accampati dentro, giurando di rimanerci «tutto il tempo necessario». Nei gironi successi le occupazioni si sono allargate coinvolgendo altri luoghi mitici della cultura francese, come il Theatre National de la Colline di Parigi e il Teatro Nazionale di Strasburgo, e decine di piccole sale in tutto il paese. Il sindacato CGT appoggia la forma di protesta.
Oltre alla riapertura degli istituti culturali, i manifestanti chiedono l’estensione dell’esenzione fiscale per i lavoratori autonomi e stagionali. Immediata la risposta del ministro della Cultura, Roselyne Bachelot, che si è presentata all’Odeon per aprire un negoziato diretto con gli occupanti. In Francia già esiste una legge molto avanzata per i diritti dei lavoratori dell’arte, che garantisce ai precari del settore di ottenere il sussidio di disoccupazione avendo lavorato almeno 507 ore nell’anno precedente. I manifestanti pretendono che il sussidio sia potenziato per tutti.